ALL'OMBRA vis artis non vilis aqua sed vinum

ABBOMINEVOLI ABBINAMENTI

sabato, dicembre 20, 2008

POLENTA


Una bella polenta! Cosa fa più allegria di questo sole che ridendo ci scalda il corpo e lo spirito? Fin da remoti tempi esso è conosciuto e profondamente amato: un semplice impasto di acqua, farina di cereali e sale cotto in capace paiolo, possibilmente di rame. Solitamente si usa farina di mais “bramata”, macinata finissima a pietra. Ovviamente, cari Pennaioli, i latini usavano il farro o l’orzo, il miglio o il frumento. Oppure la segale, altresì nota nella sua variante “cornuta” che tanto ebbe da dar lavoro alla Santa Inquisizione, ma di questo si parlerà in altrove. Nota ai più la polenta taragna, tipica della Valtellina, che deve il suo nome al “tarel” o randellone, usato per mescolarla vigorosamente. Eppoi la polenta “uncia”, la “concia”, con i ciccioli e con le patate, metà fine e metà grossa. In Sardegna esiste la “purenta”, nota fin dalla civiltà nuragica (3000 a.C.) fatta con orzo. Secondo una setta americana, la Friends Sun Fruits, La polenta viene direttamente dal sole, dove solerti mani d’alieni provvede alla sua produzione utilizzando l’energia solare. Secondo questi studiosi, la NASA da anni tiene nascoste le prove di questa attività. E veniamo ai Pennaioli dal loro sorriso sghembo e sdentato. Ora, grazie alle ricerche del vostro Magister Bibendi, si è scoperto il perché della loro caratteristica umanoide del volto. Ognuno di essi infatti è munito di bisaccia logora all’interno della quale ripone pannocchie di granoturco. Via via le mastica e la poltiglia così prodotta viene riposta nella bisaccia lurida e consunta.. La sera i Pennaioli si ritrovano soddisfatti e ghignanti: mettono insieme le loro poltiglie, vigorosamente le mescolano con un attrezzo denominato “spazzone”. Tutti in piedi per la cena! Si mangia la pulenda! Noi ci allontaniamo di soppiatto nelle tenebre, lo spettacolo è orribile! Cercando di dimenticare l’orrore, ci friggiamo una fetta di polenta, una fetta di Carnia fresco e bottiglione di Merlot! Prosit Pronobis!
P. S. Alla voce cucina la ricetta del Divino Pellegrino Artusi!